- Traccia GPS Dal Belvedere
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- Traccia GPS completa con salita in funivia e discesa
dal Sentiero naturalistico
Macugnaga si trova in Piemonte, a ovest del lago Maggiore chiamato
anche Verbano, e la si raggiunge percorrendo l'autostrada per Gravellona
Toce, una derivazione della Milano Laghi che si ricongiunge con
la Milano/Torino in direzione Alessandria.
Le
indicazioni riportano Arona come primo casello da oltrepassare e
la strada costeggia per un certo tratto il lago, visibile negli
scorci liberi da gallerie.
All'uscita
di Piedimulera e Pieve Vergonte occorre seguire la Strada Regionale
n.549 per poi risalire lentamente la valle, seguendo i tortuosi
tornanti che si inerpicano sui pendii della montagna.
Entrati
in Macugnaga proseguiamo diritti attraversando la cittadina fino
a raggiungere la frazione Pecetto, dove lasciamo l'auto nel grande
parcheggio accanto al fiume.
Decidiamo di salire in seggiovia per accorciare i tempi di percorrenza
ed avere così più ore a disposizione per muoverci
in quota. Il primo tratto attraversa la folta pineta in orizzontale
fino a raggiungere l'Alpe Burky, dove si effettua il cambio di tratta
che si inerpica fino ai 2000 metri del Belvedere.
Appena arrivati in quota, prendiamo a destra della biforcazione,
seguendo i cartelli indicatori per il Bivacco Belloni, e ci dirigiamo
immediatamente sul ghiacciaio. Sembra un'enorme pietraia in lento
ma perenne movimento, separata da un argine erboso dalla profonda
valle in cui scorre il fiume.
Occorre fare molta attenzione nell'attraversamento, seguendo scrupolosamente
le paline segnalatrici che indicano il percorso sicuro già
battuto, senza avventurarsi su massi o blocchi di ghiaccio, perché
i pericoli sono sempre in agguato. Dopo una ventina di minuti, arriviamo
in prossimità di un enorme crepaccio che termina in una grotta
sotterranea dove s'innabissa il torrente. Evitiamo di avvicinarci
troppo, saliamo sull'argine, inerpicandoci a fatica su uno stretto
passaggio scivoloso e cerchiamo di capire la direzione giusta da
seguire.
Aiutati dal bianco e rosso dei segnali, raggiungiamo il Sentiero
Naturalistico che sale da Macugnaga e finalmente troviamo la segnaletica
che stavamo cercando. Tralasciamo la Capanna Eugenio Sella e seguiamo
decisamente la freccia che prosegue in direzione del Bivacco Belloni
e che riporta una trempistica di un'ora e quindici minuti.
Davanti a noi le cime del massiccio del Monte Rosa che si stagliano
possenti nel cielo. Da questo momento in poi, la segnaletica del
sentiero è sempre abbondantemente presente e colorata di
fresco. Camminiamo per prati, intervallati da numerosi corsi d'acqua
che si snodano tra le rocce, alziamo lo sguardo alla ricerca di
un qualsiasi riscontro della meta, ma scopriremo poi che da questa
posizione è impossibile scorgerla.
Controllo il GPS e mi rendo conto che siamo solo a quota 2.100,
quindi mancano ben 400 mt di altitudine. Ben presto si comincia
a salire con decisione. Incontriamo sulla nostra destra due belle
cascate e sulla sinistra scorre il torrente che si fa sempre più
impetuoso.
Poi la visione si fa più ampia e la montagna riempie l'orizzonte.
Il fronte di un nuovo ghiacciaio sembra in bilico sulle rocce, pronto
a briciolarsi sotto i raggi caldi del sole. Speriamo che non lo
faccia proprio oggi e non ora che siamo in traiettoria perfetta
sotto la sua possente muraglia di neve.
Quando ormai ci stiamo chiedendo dove si trovi questo misterioso
Bivacco, ci appare d'incanto sulla destra, incastonato tra due lame
acuminate di basalto. Da quando lo vediamo, serviranno ancora una
ventina di minuti per raggiungerlo; in totale due ore dallo sbarco
della funivia, cinquecento metri di quota più in basso.
La vista dal Bivacco Valentino Belloni è stupenda
e vale certamente la fatica della salita. E' un balcone naturale
sul Ghiacciaio del Belvedere, ma si riesce a scorgere anche ad occhio
nudo il Rifugio Zamboni,
il Lago delle Locce
e tutta la vallata di Macugnaga. E certo non può passare
inosservato il Massiccio del Monte Rosa e le sue cime, viste da
una diversa prospettiva.
Gestito dal CAI di Gallarate, il Bivacco Belloni venne dedicato
al socio Valentino Belloni, caduto nella Seconda Guerra Mondiale.
Fa parte di un lotto di quattro che, nel 1944, un direttivo tra
soci e consiglieri decise di acquistare, proponendosi di installarli
non appena le contingenze belliche l'avessero permesso. I bivacchi
vennero costruiti dalla Falegnameria Pernetta su progetto dell'lng.
Apollonio di Trento. Due vennero donati dall'allora Presidente Porrini,
il terzo venne offerto in memoria del padre dal socio Marco Bossi
ed il quarto dai fratelli Marelli. Uno di questi venne venduto alla
Sezione di Monza e un altro alla Sezione di Desio che lo installò
in Valpelline nei pressi del Mont Gelè, denominandolo Bivacco
Regondi. Con l'introito della vendita, si reperirono i fondi per
le spese di trasporto e di installazione del Bivacco Belloni. I
lavori furono affidati alla guida Giuseppe Oberto di Macugnaga che
li eseguì a tempo di record, così che il 15 Luglio
1950 il bivacco potè essere inaugurato.
È situato a 2.490 mt sulla Loccia dei Camosci, alla base
del crestone Est del Grand Fillar in una zona oltremodo isolata
e selvaggia dominante il ghiacciaio del Belvedere. Serve come punto
di appoggio per le numerose salite al Piccolo e Grand Fillar, alla
Cima Brioschi, allo Jagerhorn e alla Torre di Castelfranco. È
un bivacco a semibotte, dotato di 9 posti letto.
Il tempo corre veloce come le nuvole che avvolgono la Punta Gnifetti
in un abbraccio senza fine. E' arrivata anche la fine del sogno...
bisogna svegliarsi e cominciare la lunga discesa, forse più
impegnativa della salita per i vari tratti scoscesi che si incontrano
nel primo tratto del percorso. Salutiamo gli amici incontrati quassù,
un ultimo sguardo alle nevi eterne e torniamo tra gli umani.
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