Traccia GPS da Ciamporino a Veglia
- Traccia GPS da Veglia a San Domenico
- Mappa
L'Alpe
Veglia è un ampio bacino montano di origine glaciale, delimitato
da una corona montuosa, aperta in direzione sud-est da una profonda
incisione fluviale che la collega alla valle principale.
La
vasta conca dell'Alpe è costituita in gran parte da depositi
alluvionali, mentre tutto intorno gli accumuli morenici si addossano
ai monti che la cingono. ll paesaggio è completato da laghi,
torrenti e cascate, formatisi a seguito di azioni di modellamento
tutt'ora in atto.
Si trova a nord ovest del lago Maggiore, chiamato anche Verbano,
e la si raggiunge percorrendo l'autostrada per Gravellona Toce,
una derivazione della Milano Laghi che si ricongiunge con la Milano/Torino
in direzione Alessandria.
Le
indicazioni riportano Arona come primo casello da oltrepassare e
la strada costeggia per un certo tratto il lago, visibile negli
scorci liberi da gallerie.
Si
prosegue seguendo il corso dell'autostrada finché si trasforma
in Strada Statale del Sempione. Si
percorre la superstrada in direzione del Passo del Sempione fino
all'uscita di Varzo, poi occorre fare attenzione ai cartelli che
indicano San Domenico e la rispettiva stazione sciistica.
Entrati
nel paesino a 1420 metri di altezza e si parcheggia l'auto di fronte
alla stradina di accesso della seggiovia e ci si prepara alla salita
che avviene ogni mezz'ora.
La scelta di salire all'Alpe Ciamporino è dettata dalla
necessità di evitare la gippabile che porta alla Piana di
Veglia partendo dalla frazione successiva di San Domenico, chiusa
al traffico e percorribile a piedi in un'ora e mezza di sofferenza,
data la cospicua pendenza.
Personalmente
non amo camminare in montagna sulle gippabili, a meno che non ci
siano strade alternative, quindi preferisco partire dai 2000 metri
di Ciamporino e raggiungere Veglia dal bellissimo sentiero panoramico
che sale sino a 2130 per poi ridiscendere ai 1700 della piana.
Siamo
all'inizio di settembre ma oggi è una giornata molto calda,
facciamo il biglietto di sola salita ed aspettiamo che parta la
seggiovia che, in due rapide tratte, ci porta nel soleggiato pianoro
dell'Alpe Ciamporino.
Il
sentiero panoramico, detto anche "Via dei Fiori" parte
dalla stazione di arrivo della seggiovia, e segue il costone della
montagna.
E'
sempre molto esposto ma non presenta mai tratti pericolosi o particolarmente
impegnativi, anche se la presenza di bambini consiglia prudenza
con la raccomandazione di tenerli costantemente sott'occhio o per
mano.
Alcuni
passaggi sono addirittura muniti di catene, probabilmente da usarsi
in presenza di neve o giaccio, ma non è certo la situazione
odierna. Ben presto la passeggiata si fa faticosa in un primo strappo
che risale una spaccatura nella roccia, altamente spettacolare.
La visione sulle montagne che ci circondano comincia a farsi entusiasmante,
la giornata è limpidissima, leggermente ventosa, e promette
panorami mozzafiato. Il
sentiero alterna zone assolate con passaggi tra i larici che sembrano
sospesi nel nulla, tanto le loro radici sono aggrappate sul bordo
dello strapiombo.
Continuamo a salire e gli occhi si riempiono di scorci selvaggi,
inebrianti. Finalmente
raggiungiamo la Cappelletta Alpina e, poco più su, la rispettiva
croce ed il piccolo l'altare. Abbiamo raggiunto la quota massima
di salita e davanti a noi si erge un picco roccioso contornato da
un cielo azzurrissimo, velato dai cumoli bianchi sospinti dal vento.
Un
pausa di riflessione di fronte all'ennesimo miracolo della natura
e la nostra camminata riprende tra i dolci pendii erbosi della discesa.
Le montagne di Veglia ora ci mostrano l'anima fredda dei loro eterni
nevai ed un primo gruppo di baite si concede timidamente al nostro
sguardo, allungato verso l'ignoto.
Sull'altro
lato della valle scorgiamo la strada gippabile che percorreremo
al ritorno... più giù, nel ventre della spaccatura
nella roccia, scorre limpido il torrente. Un ultimo strappo e la
meta sembra a portata di mano.
Il
sentiero scende rapidamente tra i larici, i trecento metri di dislivello
in discesa si sentono subito nelle gambe, ma lo spettacolo che ci
offre la natura annulla ogni fatica.
Una
volta scesi all'Alpe, seguiamo un'indicazione per "Piana di
Veglia e "Rifugio CAI", imboccando un sentierino nel verde
che mi ispira molto di più della strada sassosa. La scelta
viene subito ripagata dall'incontro con le acqua tumuoltuose del
torrente ed un ponticello di legno che sembra uscito da una fiaba.
Vorremo scendere lungo il fiume ma le pareti scivolose ce lo sconsigliano,
lo cercheremo più avanti, oltre il rumore della cascata che
gorgoglia lontana.
Raggiungiamo
il Rifugio città di Arona, ma oggi preferiemo pranzare al
sacco in qualche piccolo paradiso lontano da tutti.
Lo incontriamo poco più sotto, quando ormai avevamo perso
ogni speranza. La spettacolare cascata si presenta improvvisa ai
nostri occhi ed ai suoi piedi ci sono angoli di inimmaginabile quiete.
Per
il ritorno, ci terremo sulla sponda opposta della valle, scenderemo
per la gippabile, in modo da ritornare a San Domenico chiudendo
l'escursione con un anello circolare. Nulla a che vedere col sentiero
panoramico dell'andata, ma ripercorrerlo a ritroso per raggiungere
di nuovo l'Alpe Ciamporino sarebbe troppo faticoso.
Una
volta raggiunta la strada asfaltata, si può attendere l'arrivo
di un pulmino che porta in paese. Se si è in più auto,
è meglio lasciarne nel parcheggio sottostante.
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